giovedì 19 luglio 2012

ALESSIO SUNDAS SI APPELLA AL DIRITTO ALL'OBLIO


Gli archivi Web devono essere aggiornati all’evoluzione dei fatti, specie quando si tratta di vicende giudiziarie; lo rileva la Cassazione, con la sentenza 5525/2012. Il diritto all'oblio è inteso come il giusto interesse di ogni persona a non restare indeterminatamente esposta ai danni ulteriori che arreca al suo onore ed alla sua reputazione la reiterata pubblicazione di una notizia che in passato era stata legittimamente pubblicata.
La Commissione Europea, recentemente, ha manifestato l’intenzione di occuparsi della questione “diritto all’oblio”, tanto da presentare il 25 gennaio 2012 una riforma globale per la tutela della privacy degli utenti sul web, da convertire in legge da tutti gli stati membri entro il 2015. L’Italia rimane, all’interno della comunità europea, il paese dove il diritto all’oblio ha ottenuto una cornice quanto più esaustiva.
Alessio Sundas dice: “so di aver sbagliato in passato ma non intendo pagarne le conseguenze per tutta la vita”. Sundas vuole veder cancellato il proprio nome dalla cronaca web relativa ai fatti criminosi che lo hanno visto coinvolto in passato. Sundas afferma: “questi fatti ormai appartengono al mio passato remoto, non voglio più circolare con un cartello al collo”. La pena esaurisce ogni punizione per il colpevole. Non possono esservi altre sofferenze se non quelle previste dalla legge. Non è ammissibile che una volta pubblicata una notizia su un giornale online, questa notizia rimanga a disposizione di tutti a tempo indeterminato. Così come viene imposto alla carta stampata di non riproporre notizie di cronaca ormai desuete, al fine di non danneggiare in eterno l'imputato, anche alla rete è ormai imposto un simile obbligo.




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